Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me
L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume sesto - Maria Valtorta
429. Giuda Iscariota indagatore presso il Maestro.
Io ammiro gli spiriti fedeli. E giusti. E non ostinati. E vorrei i miei apostoli meritevoli della lode che do alla pagana
Deve avere continuato a piovere per tutto il dì avanti e nella notte, perché la terra è molto umida e sulle vie già tende al fango.
Ma in compenso l’atmosfera è nitida, senza polvere di sorta in nessuna altezza. E il cielo
ride là in alto, quasi rinverginizzato, fatto primaverile dal temporale che lo ha mondato, e ride la terra anch’essa con un ricordo di primavera nella freschezza di quest’aurora serena dopo la tempesta. E le ultime
gocce, trattenute nell’intrico dei fogliami, o sospese ai viticci, brillano come diamanti al sole che le colpisce, mentre le frutta deterse dall’acqua mostrano i colori delle bucce che, con tinte pastello, ogni giorno più
stanno prendendo le tinte perfette della maturazione completa.
Solo le uve e le ulive, acerbe, dure, si confondono nel verde del fogliame, ma ogni olivetta ha la sua gocciolina sospesa al termine, e i grappoli fitti sono tutta una rete di goccioline sospese ai piccioli dei chicchi.
«Come si cammina bene, oggi! », dice Pietro calpestando con piacere il terreno
che non dà polvere e non brucia e che neppure è viscido di fango.
«Sembra di respirare purezza. Ma guarda che colore di cielo! », gli risponde
Giuda Taddeo.
«E quelle mele? Quel gruppo là, messe tutte intorno a quel ramo, che non so
come regga al peso e che spunta con un ciuffo di foglie dall’ammasso delle mele? Quanti colori! Quelle più nascoste, appena sfumate dal verde in giallo, le altre già rosate, e le due più esposte rosse affatto nella parte
verso il sole. Sembrano coperte da cera da sigillo! », dice lo zelote.
E vanno allegri, contemplando il bello del creato, finché il Taddeo, subito
imitato da Tommaso e poi dagli altri, intona un salmo in cui sono celebrate le glorie creative di Dio.
Gesù sorride, sentendoli cantare contenti, e unisce la sua bella voce al coro.
Ma non può finire perché l’Iscariota, mentre gli altri continuano a cantare, gli si avvicina e dice: « Maestro, mentre loro sono occupati e distratti col canto, dimmi: come e cosa hai fatto a Cesarea? Ancora non me l’hai detto… Ed è il primo momento che si può parlarci a due. Prima i compagni, i discepoli e i contadini che ci hanno accolto; poi i
compagni e i discepoli; adesso che i discepoli ci hanno lasciati precedendoci, i compagni… Non ho mai potuto interrogarti… ».
«Ne hai molto interesse… Ma a Cesarea non ho fatto che ciò che farò nei poderi di Giocana. Ho parlato della Legge e del Regno dei Cieli».
«A chi? ».
«Ai cittadini. Presso i mercati».
«Ah! ai romani no?! Non li hai visti?».
«Come è possibile essere a Cesarea, sede del Proconsole, e non vedere romani?».
«Lo so. Ma dico… Ecco… proprio a loro non hai parlato?».
«Ripeto: ne hai molto interesse!».
«No, Maestro. Semplice curiosità».
«Ebbene. Ho parlato alle romane».
«Anche a Claudia? Che ti ha detto?».
«Nulla, perché Claudia non si è mostrata. Anzi mi ha fatto capire che non
desidera che si sappia che ha contatti con noi».
Gesù marca molto la frase e osserva molto Giuda che, per quanto sfrontato, ha un mutamento di colore e diviene terreo dopo un lieve rossore.
Ma si riprende tosto dicendo: «Non vuole? Non ti considera più? È una
pazza».
«No. Non è pazza. È equilibrata. Sa distinguere e separare il suo dovere di
romana e il suo dovere verso se stessa. E se a se stessa, al suo spirito, procura luce e respiro, venendo verso la Luce e la Purezza, essendo
creatura che cerca istintivamente la Verità e non si acquieta nella menzogna del paganesimo, alla Patria non vuole nuocere neanche con forme teoriche di nocumento, come potrebbero esserlo il far pensare che ella parteggia per un possibile competitore di Roma…».
«Oh! ma… Tu sei Re di spirito!… ».
«Ma fra voi stessi, che sapete questo, non sapete persuadervi a questo. Lo puoi negare?».
Giuda torna rosso e poi pallido, non può mentire e dice: «Nooh! Ma è il troppo
amore che…».
«Con maggior ragione chi non mi conosce, ossia Roma, può temere in Me un
competitore. Claudia agisce con rettezza sia verso Dio che verso la Patria sua, dando a Me onore, se non come Dio, come re e maestro di spirito, e dando alla Patria la sua fedeltà. Io ammiro gli spiriti fedeli. E giusti. E
non ostinati. E vorrei i miei apostoli meritevoli della lode che do alla pagana».
Giuda non sa che dire. Sta per separarsi dal Maestro. Ma poi la curiosità lo
pungola ancora. Più che curiosità, il desiderio di sapere fino a che punto il Maestro sa… e chiede:
«Mi hanno
cercato?».
«Né te né nessun altro apostolo».
«Ma allora di che avete parlato?».
«Della vita casta. E del loro poeta Virgilio. Vedi che era argomento che non interessava né Pietro, né Giovanni, né altri».
«Ma… che c’entrava? Discorsi inutili…».
«No. Mi ha servito a far considerare che l’uomo casto ha intelletto luminoso e cuore onesto. Molto interessante per delle pagane… e non per esse sole».
«Hai ragione… Non ti trattengo oltre, Maestro», e se ne va, quasi di corsa, a
raggiungere quelli che hanno finito di cantare e aspettano i due rimasti indietro…
Gesù li raggiunge più lentamente e si imbranca con essi dicendo: «Prendiamo questo sentiero boscoso. Abbrevieremo la strada e saremo riparati dal sole che già riprende vigore. Potremo anche sostare nel folto e
mangiare in pace fra noi».
E così fanno, andando verso nord-ovest, verso le terre di Giocana di certo,
perché sento che parlano dei contadini di questo fariseo…